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Decreto Credito: una sintesi per fare chiarezza

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Il Decreto-Legge 8 aprile 2020, n. 23 pubblicato mercoledì in Gazzetta Ufficiale racchiude una serie di misure destinate alle imprese italiane di ogni tipologia e grandezza per favore l’accesso al credito.

Per quanto riguarda le PMI, l’art. 13 ha portato nuove modifiche al Fondo Centrale di Garanzia per rafforzarne l’operatività. La garanzia di base viene estesa fino al 90% (o 100% in riassicurazione ai Confidi) su finanziamenti di massimo 6 anni e su un importo massimo garantito di 5 milioni di euro. L’estensione della percentuale di garanzia è comunque subordinata all’autorizzazione della CE, nel frattempo rimangono valide le attuali percentuali di garanzia pari all’80% in garanzia diretta e al 90% in riassicurazione.

Vengono inoltre previsti prodotti a scaglioni come di seguito:

Beneficiari

PMI e persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni

 

Imprese fino a 499 dipendenti con fatturato massimo di 3,2 mln

 

Imprese fino a 499 dipendenti

% garanzia

Garanzia 100%*

 

Garanzia 90% (estendibile al 100% con intervento dei Confidi)*

 

Garanzia 90% (o 100% in riassicurazione con Confidi)*

Tipologia di finanziamento

Prestiti fino al 25% del fatturato e comunque fino a 25.000 euro con avvio del rimborso dopo 24 mesi e durata massima di 6 anni

 

Prestiti fino al 25% del fatturato e comunque fino a 800.000

 

Prestito fino al 25% del fatturato e massimo garantito fino a 5mln euro

Costi

Tasso stimato dal MEF tra l’1,2% e il 2%

 

Tasso definito dalla banca

 

Tasso definito dalla banca

Metodo di valutazione

Senza valutazione del merito creditizio. Le aziende devono comunque essere in bonis l 31/01/2020

 

Con valutazione del merito creditizio

 

Con valutazione del merito creditizio

*L’estensione della percentuale di garanzia è comunque subordinata all’autorizzazione della CE.
Le presenti misure sono operative fino al 31/12/2020, andando quindi oltre il 30 settembre previsto dal DL Cura Italia.

L’elemento principale che però emerge in prima battuta è la mancanza di un’operatività immediata delle nuove misure (dettate ad esempio dalla mancanza delle autorizzazioni della CE sulle percentuali di garanzia).

La speranza di CNA è che la misura possa essere effettivamente di supporto alle imprese, in quanto al momento ha avuto solo l’effetto di frenare le istruttorie da parte delle banche su prodotti già operativi, impaurite dalla mancanza di regole chiare nella normativa e attratte da percentuali di garanzia di poco più alte rispetto alle procedure standard.